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MATTANZA A GAZA: 170 MORTI PALESTINESI
La vera faccia di Israele, stato ospite d’onore alla Fiera del Libro di Torino
Il bilancio dell’incursione israeliana avvenuta nei giorni scorsi nella striscia di Gaza è pesantissimo. Tutto è iniziato la notte del primo marzo quando l’esercito sionista ha tentato una sortita nel campo profughi di Jabaliya, situato nel nord della Striscia, alla quale le forze della resistenza palestinese hanno risposto con il fuoco, provando a fermare l’avanzata militare. Ciò dev’esser considerato come il proseguimento di un’operazione iniziata mercoledì 27 febbraio, la quale ha prodotto centinaia di morti tra i palestinesi, in un incessante ripetersi di raid, bombardamenti, scontri armati e indiscriminate stragi. Il bilancio raggiunto è impressionante: 170 morti, tra cui tanti bambini, e almeno 300 feriti; solo sabato le vittime sono state 67, in una giornata all’insegna dell’orrore. Si tratta del bilancio più pesante dai tempi del ritiro israeliano dalla Striscia, avvenuto nell'estate del 2005.
Non va dimenticato poi che proprio la città di Gaza da mesi soffre la mancanza di cibo, di acqua, di medicinali e carburante dovuta all’embargo del governo Olmert, che ha portato alla disperazione delle famiglie palestinesi e ai conseguenti disordini al confine con l’Egitto.
Il tutto nel completo silenzio dei governi occidentali tra cui quello italiano, il cui comportamento nella questione israelo-palestinese merita alcune parole in più.
Infatti 2 giorni fa i nostri giornali hanno riportato la notizia di un attacco armato contro una scuola rabbinica di coloni. Il bilancio è di 8 vittime israeliane e 2 attentatori palestinesi uccisi. La scuola Merkaz Harav è collegata alla dirigenza dei coloni di "Gush Emunim" degli insediamenti illegali della Cisgiordania.
E mentre per i nostri politici i 170 palestinesi uccisi dall'ultima invasione israeliana della Striscia di Gaza (di cui più della metà bambini) sono soltanto "morti" , non è così per i 7 ultra-ortodossi israeliani (legati ai movimenti irredentisti dei coloni-dunque con una evidente responsabilità politica) che sono chiaramente "una strage".
Altra questione che merita attenzione è la decisione del comune di Torino di invitare quest’anno come “ospite d’onore” della Fiera del Libro (uno degli eventi più importanti per la nostra città e per l’Italia intera) proprio lo stato d’Israele, per celebrare il sessantesimo anniversario della sua fondazione.
Gli organizzatori della fiera e il nostro sindaco sembrano “dimenticare” che quest’anno per i palestinesi e per tutto il mondo è soprattutto la ricorrenza della Nakba (catastrofe), la distruzione di circa 400 villaggi e l’esodo forzato dal nuovo stato di 800.000 abitanti arabi.
Una vera e propria pulizia etnica che continua anche oggi.
Con questa scelta –che ha ben poco a che fare con la divulgazione della letteratura e la cultura e molto con la politica- il Salone del Libro e la città di Torino si apprestano a legittimare la condotta di uno stato razzista, che è persino riuscito a costruire un vero e proprio muro dell’Apartheid, che continua a commettere crimini contro una popolazione civile ridotta sempre più allo strenuo, e che dal 1948 non permette ai profughi arabi di tornare nelle loro terre.
Lo stesso stato della strage di Sabra e Chatila, della guerra al Libano e che nonostante da tempo prometta il suo ritiro dai territori occupati, continua a controllare la vita e i movimenti dei cittadini palestinesi che vivono nella striscia di Gaza e non solo.
Un popolo, quello palestinese, che dal 2006 si trova addirittura sotto un embargo messo in atto da Israele, Usa e Unione Europea. Il territorio di Gaza continua ad essere bombardato, militarizzato, in un perenne tentativo di annientamento della popolazione civile.
Oggi siamo qui a manifestare il nostro sostegno al popolo palestinese che non smette di resistere e lottare per la propria libertà e a denunciare le ultime atrocità avvenute nella striscia di Gaza.
Inoltre siamo qui per invitare tutte e tutti a partecipare al presidio popolare che si terrà il 29 marzo alle 15,00 in Piazza Castello per protestare contro la presenza di Israele alla Fiera del libro che si terrà a maggio nella nostra città.
Non va dimenticato poi che proprio la città di Gaza da mesi soffre la mancanza di cibo, di acqua, di medicinali e carburante dovuta all’embargo del governo Olmert, che ha portato alla disperazione delle famiglie palestinesi e ai conseguenti disordini al confine con l’Egitto.
Il tutto nel completo silenzio dei governi occidentali tra cui quello italiano, il cui comportamento nella questione israelo-palestinese merita alcune parole in più.
Infatti 2 giorni fa i nostri giornali hanno riportato la notizia di un attacco armato contro una scuola rabbinica di coloni. Il bilancio è di 8 vittime israeliane e 2 attentatori palestinesi uccisi. La scuola Merkaz Harav è collegata alla dirigenza dei coloni di "Gush Emunim" degli insediamenti illegali della Cisgiordania.
E mentre per i nostri politici i 170 palestinesi uccisi dall'ultima invasione israeliana della Striscia di Gaza (di cui più della metà bambini) sono soltanto "morti" , non è così per i 7 ultra-ortodossi israeliani (legati ai movimenti irredentisti dei coloni-dunque con una evidente responsabilità politica) che sono chiaramente "una strage".
Altra questione che merita attenzione è la decisione del comune di Torino di invitare quest’anno come “ospite d’onore” della Fiera del Libro (uno degli eventi più importanti per la nostra città e per l’Italia intera) proprio lo stato d’Israele, per celebrare il sessantesimo anniversario della sua fondazione.
Gli organizzatori della fiera e il nostro sindaco sembrano “dimenticare” che quest’anno per i palestinesi e per tutto il mondo è soprattutto la ricorrenza della Nakba (catastrofe), la distruzione di circa 400 villaggi e l’esodo forzato dal nuovo stato di 800.000 abitanti arabi.
Una vera e propria pulizia etnica che continua anche oggi.
Con questa scelta –che ha ben poco a che fare con la divulgazione della letteratura e la cultura e molto con la politica- il Salone del Libro e la città di Torino si apprestano a legittimare la condotta di uno stato razzista, che è persino riuscito a costruire un vero e proprio muro dell’Apartheid, che continua a commettere crimini contro una popolazione civile ridotta sempre più allo strenuo, e che dal 1948 non permette ai profughi arabi di tornare nelle loro terre.
Lo stesso stato della strage di Sabra e Chatila, della guerra al Libano e che nonostante da tempo prometta il suo ritiro dai territori occupati, continua a controllare la vita e i movimenti dei cittadini palestinesi che vivono nella striscia di Gaza e non solo.
Un popolo, quello palestinese, che dal 2006 si trova addirittura sotto un embargo messo in atto da Israele, Usa e Unione Europea. Il territorio di Gaza continua ad essere bombardato, militarizzato, in un perenne tentativo di annientamento della popolazione civile.
Oggi siamo qui a manifestare il nostro sostegno al popolo palestinese che non smette di resistere e lottare per la propria libertà e a denunciare le ultime atrocità avvenute nella striscia di Gaza.
Inoltre siamo qui per invitare tutte e tutti a partecipare al presidio popolare che si terrà il 29 marzo alle 15,00 in Piazza Castello per protestare contro la presenza di Israele alla Fiera del libro che si terrà a maggio nella nostra città.
CON IL POPOLO DI GAZA
A FIANCO DELLA RESISTENZA PALESTINESE
Assemblea Free Palestine
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